Ogni camera è un piccolo studio con angolo cottura e riconduce agli scritti di Joyce quando viveva a Trieste.
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Gli studio La Settima A

Le camere con angolo cottura della Settima A mantengono lo stile della Residenza. Il nome stesso della struttura vuole rimarcare il collegamento tra Le 6 A, dedicate a Italo Svevo, e queste 5 camere, dedicate a James Joyce.

Il senso di accoglienza e apertura è vivo anche qui. L’obiettivo di far sentire a casa i propri ospiti garantendo loro la massima autonomia si concretizza nelle diverse opzioni per la colazione grazie al cucinino a scomparsa presente in ogni camera. Gli ospiti della Settima A infatti possono prepararsi la colazione autonomamente o richiedere di usufruire del buffet presso la Sala Comune della Residenza Le 6A.

Tutte le camere dispongono di:

  • bagno privato
  • televisore con digitale terrestre
  • accesso WI-FI
  • aria condizionata
  • phon
  • angolo cucina a scomparsa dotato di piano cottura, lavello, frigo, microonde, bollitore, macchina da caffè, tostapane; la cucina è accessoriata e rifornita con prodotti base (sale, zucchero, olio, aceto, caffè, tè, tisane)
  • pulizia giornaliera

La Settima A

I nostri studio dedicati a James Joyce

Anna Livia, la nostra settima A, è il collegamento tra Italo Svevo e James Joyce.

I due si conoscono nel 1907 quando Joyce diventa insegnante di inglese di Svevo e le affinità intellettuali sfociano in un’amicizia intensa che durerà per tutta la vita. L’autore irlandese entrerà quindi in contatto con la famiglia di Svevo e conoscerà così anche la moglie Livia Veneziani; proprio a lei si ispirerà per creare il personaggio di Anna Livia Plurabelle, protagonista di uno degli episodi del suo ultimo romanzo Finnegans Wake.

Le camere della Settima A sono dedicate a Joyce e prendono i nomi dai romanzi scritti o pubblicati quando l’autore visse a Trieste.

Giacomo

Giacomo Joyce è un breve testo in prosa poetica di natura decisamente enigmatica ed è la sola opera, ad eccezione di alcune poesie, ambientata esplicitamente a Trieste che racconta molto del mondo di Joyce.

Scritto probabilmente tra il 1912 e il 1914 ma pubblicato postumo negli anni 60, ruota attorno ad una figura femminile sedotta e amata dal protagonista, Giacomo Joyce appunto.

Molti studiosi hanno cercato di individuare a chi si fosse ispirato lo scrittore e probabilmente la figura è un connubio di tre studentesse della borghesia triestina cui Joyce dava lezioni di inglese: Annie Schleimer, Emma Cuzzi e Amalia Popper.

Nora

Exiles (Esuli) è una commedia teatrale probabilmente scritta tra il 1913 e il 1915 che ruota sul tema della distanza non solo riferita alla madre patria ma anche alla distanza fra le persone.

Il testo teatrale infatti parla di adulterio e probabilmente prende origine dal tentativo di Roberto Prezioso, amico e prodirettore del giornale locale Il Piccolo, di corteggiare Nora Barnacle, compagna di una vita di Joyce.

Stanislaus

Chamber Music è una raccolta di poesie giovanili pubblicata nel 1907, poco dopo il ritorno di Joyce a Trieste da Roma, dall’editore londinese che rifiuterà Gente di Dublino.

Probabilmente Joyce decise di pubblicare questa raccolta solo dopo aver discusso a lungo con il fratello Stanislaus nel corso di una passeggiata in Piazza delle Poste.

Eileen

La travagliata stesura di A Portrait of the Artist as a Young Man dal 1904 al 1914 coincide con la permanenza di Joyce a Trieste. Italo Svevo scrisse una lettera a Joyce con le sue impressioni sui primi tre capitoli.

Nel 1911 Joyce in un’accesa discussione con Nora gettò il manoscritto nel camino acceso e solo il rapido intervento della sorella Eileen, che si era trasferita a Trieste nel 2010, permise di salvarlo dalle fiamme.

Sinico

Per tutta la sua permanenza a Trieste Joyce cerca di pubblicare Dubliners che solo nel 1914 vedrà luce grazie all’intervento di Ezra Pound.

La città di Trieste non ha grande influenza su questi racconti tranne che per l’utilizzo del nome Sinico, preso da Francesco Sinico da cui Joyce prese lezioni di canto tra il 1905 e il 1906.