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Villa Revoltella. Dimora storica da non perdere nel tuo viaggio a Trieste

Villa revoltella Trieste Chalet

Dimora storica all’interno di un Parco curato e amato dai triestini e poco fuori dal centro città, Villa Revoltella è la tipica villa elegante con scuderie, cappella privata, abitazione del cappellano, suola-oratorio e portineria. Si trova sul colle Farneto, a pochi passi dal MIB Trieste, prestigiosa realtà di School Management.

Residenza estiva su progetto dell’architetto Hitzig, la Villa e il suo parco sono parte del lascito ereditario del Barone Revoltella al Comune assieme al più noto Palazzo Revoltella, anch’esso visitabile, che oggi ospita inoltre la Galleria d’Arte Moderna.

Generoso filantropo e mecenate Pasquale Revoltella è una figura nota in città anche se non tutti conoscono la sua storia. Figlio di commercianti veneziani, approdò a Trieste nel 1807 e iniziò a lavorare come fattorino presso un agente di borsa mentre la sera, dopo il lavoro, frequentava corsi scolastici. A 30 anni era il proprietario di un’attività commerciale ben avviata, ebbe un ruolo molto importante per l’apertura del canale di Suez e nel 1867 l’imperatore Francesco Giuseppe gli conferì il titolo di barone.

Lasciarsi al relax in un luogo di pace

Un po’ di quiete dal fragore della città. Chiudere gli occhi e sentire in lontananza voci gioiose di bambini che giocano o il cinguettio degli uccellini. Passeggiare sui vialetti di coccio rosso e imbattersi in un giardino all’italiana, gloriette appartate, grotte artificiali o fontane.

Villa Revoltella è un luogo dove trovare serenità e pace, un posto dove tutti si sentono a loro agio: chi ha voglia di prendersi un po’ di tempo per sé può trovare un posticino indisturbato mentre i bambini possono andare in un’area dedicata per giocare o praticare sport.

Passeggiando nel Parco alla scoperta degli edifici

Nella parte più interna del Parco si trova la residenza su modello di uno chalet alpino in muratura e ferro con un’elegante loggia e scalinata aperte verso una vista che spazia sul golfo e la città.

Lo Chalet viene utilizzato dal Comune come sala per celebrare i matrimoni, quindi può capitare di trovare qualche sposa nel Parco. Il Parco infatti è particolarmente amato dai triestini, sempre curato e tranquillo, rientra nei momenti più sereni di quotidianità così come si presta ad essere un posto davvero romantico per vivere momenti speciali.

Dal tocco decisamente romantico e in stile liberty è la serra del Parco: vetro e ghisa caratterizzano questo edificio recentemente restaurato dal Comune e oggi adibito a spazio espositivo.

Matrimoni, pesci e tartarughe

Un altro luogo all’interno del Parco dove è possibile vedere la celebrazione di un matrimonio è la cappella baronale. In stile neoromanico-neogotico e ricca di marmi ed elementi decorativi, la chiesta è opera dell’architetto praghese Giuseppe Kranner. Davanti  alla chiesa si trova una fontana con numerose tartarughe e pesci rossi piuttosto cresciuti; questo ecosistema è tappa fissa di ogni bambino che entri in Parco e pare che diversi cittadini abbiano contribuito ad aumentare il numero degli esemplari di questo piccolo habitat. Il momento migliore per apprezzarlo è nei mesi più caldi, quando le tartarughe escono dall’acqua e allungano le testoline per prendere il sole.

Un Pinocchio che ci invita a fare i bravi

Scendendo la scalinata che porta agli spazi dedicati ai giovani ci si imbatte in una fontana con la statua di Pinocchio di Nino Spagnoli, noto scultore triestino che conosciamo bene per le statue di Joyce, Svevo e Saba che si incontrano in città.

Inaugurata nel 1955 in omaggio a Collodi in un periodo storico in cui gli amministratori locali davano particolare enfasi ad elementi tipicamente italiani, la statua rappresenta il burattino nel momento in cui inizia a trasformarsi in asino…forse non era l’obiettivo dello scultore ma l’effetto raggiunto è quello di disincentivare chi marina la scuola con il risultato non tanto di frequentare assiduamente le aule scolastiche ma di evitare la Villa per non sentirsi in colpa preferendo piuttosto il bar-gelateria poco fuori dal Parco.

Residenza LE 6 A Trieste

Le 6 A – Le camere B&B

Ogni camera del nostro b&b ha un nome di donna che inizia per A: Annetta, Amalia, Angiolina, Ada, Alberta e Augusta. Sono i nomi delle protagoniste dei romanzi dello scrittore triestino Italo Svevo.
Camere b&b con angolo cottura

La Settima A- gli studio

Anna Livia, la nostra Settima A, è la protagonista di uno degli episodi di Finnegans Wake, l’ultimo romanzo di Joyce. L’autore si ispirò a Livia Veneziani, moglie di Italo Svevo. Giacomo, Nora, Stanislaus, Eileen, Sinico: ogni camera è un piccolo studio con angolo cottura e riconduce agli scritti di Joyce quando viveva a Trieste.